I PROTAGONISTI RACCONTANO
|2 giugno 1976
Durante la resistenza la tesi repubblicana guadagnò un crescente seguito di massa, che diventò, però, maggioranza solo quando fu abbracciata, oltre che dai socialisti, dai comunisti, dal partito d’azione e da quello repubblicano anche dalla democrazia Cristiana . Senza l’adesione di De Gasperi, la Repubblica non avrebbe vinto alle urne.
Anche così la sua vittoria fu di stretta misura. Questo spiega, secondo Seragat, perché la Repubblica non poté mettere mano, immediatamente a riforme sociali audaci. L’elettorato monarchico si era rivelato molto cospicuo e la democrazia Cristiana, partito particolarmente interclassista, gli interesse della conservazione erano fortemente rappresentati.
Peraltro, osserva Seragat, in trent’anni la Repubblica è diventata irreversibile. I monarchici quasi non si vedono più. L’Italia era un paese molto povero, semidistrutto dalla guerra e, tuttavia, ha saputo industrializzarsi .
Le esigenze di giustizia sono rimaste, viceversa, largamente inattuate. Grosse frazioni dei ceti ricchi o dei ceti agitati continuano a non pagare le imposte che dovre
bbero pagare. La domanda di case per i lavoratori, di ospedali, di scuole, di mezzi di trasporto collettivi è rimasta inappagata per una parte assai considerevole. Ne sono scaturite profonde tensioni sociali . La contestazione era inevitabile, in queste condizioni, ma è sboccata in eccessi. Violenze e disordini dilagano. La corruttela è preoccupante. Il risanamento deve iniziare dai vertici. La classe dirigente deve dare il suo esempio.
Martina Battistini
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Altro contributo agli altri articoli. Brava Martina